Ecce Toro by Giuseppe Culicchia

Ecce Toro by Giuseppe Culicchia

autore:Giuseppe Culicchia
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
Tags: eBook Laterza
ISBN: 9788858102770
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2013-09-19T22:00:00+00:00


Corpuscolo degli idoli

Per forza di cose, qui citerò gli idoli, o meglio i miei idoli – che non è detto siano per forza di cose anche i vostri – in ordine sparso. Tralascio Paolino Pulici e Pasquale Bruno, che per me spiccano su ogni altro, almeno tra i calciatori del Toro che ho visto giocare, e ai quali ho dedicato ciascuno un capitolo a sé stante, ovvero Puliciclone come educatore e Al di là di Benetti. O’ Animale. Basandomi sui calciatori che ho visto con i miei occhi, non cito naturalmente quelli del Grande Torino e nemmeno Gigi Meroni. Ero già al mondo quando nel Toro giocavano Angelo Cereser, Giorgio Puja, Aldo Agroppi e il grandissimo Giorgio Ferrini: purtroppo però in merito non ho che ricordi assai vaghi. Del Toro 1975-76, quello dello scudetto allenato da Radice, dovrei citare tutti. Non posso. Per cui, fermo restando che non si può prescindere da Pulici, ne scelgo solo tre. E allora:

Claudio Sala che l’ultima volta che l’ho visto era in coda davanti a una gelateria del centro a Torino, poco distante dalla stazione di Porta Nuova, ma si vedeva benissimo che fosse stato per lui avrebbe dribblato tutti e sarebbe arrivato al banco per poi crossare in area come al tempo magico in cui telecomandava i palloni sulle incornate di Pulici e Graziani. Un altro Claudio, ma Bonomi, che anni fa incrociavo sempre dalle parti di Via Carlo Alberto con i suoi occhiali alla Bonomi e la pelata alla Bonomi e mi stupivo di non vederlo in granata con i calzettoni abbassati che entrava in tackle sui passanti. Renato Zaccarelli con quel suo stile molto british, sempre a testa alta, di un’eleganza innata e inimitabile, che un giorno parlando di lui con un amico del Toro abbiamo detto tutti e due contemporaneamente «Lord Brummel» e in quell’istante ci siamo rassegnati definitivamente all’idea di non essere più due ragazzini, perché i ragazzini di oggi non hanno idea di chi sia Lord Brummel. Roberto Policano che sul terreno di gioco spendeva ogni singolo atomo, scagliando certi tiri fenomenali e picchiando come un fabbro ma con grande sportività, senza contare che nel campionato 1990-91 segnò contro l’altra squadra in entrambi i derby, il 10 dicembre 1990 (1-1) e il 4 aprile 1991 (2-1 per il Toro con rete di Di Canio per i bianconeri). Poi Giovanni Francini, ragazzo del Filadelfia e terzino da favola, che col suo Toro non ha vinto purtroppo gli scudetti poi conquistati col Napoli e con la Lazio. Totò Vullo, un altro terzino: ne ho scritto poco fa, aggiungo solo che mi ha sempre fatto molto piacere che fosse di origini siciliane. Due portieri su tutti: naturalmente Luciano Castellini detto il Giaguaro, uno che il pallone andava ad acchiapparlo ‘nel 7’ con certi colpi di reni veramente felini, e poi Luca Marchegiani, che da solo ti faceva ‘reparto’ e che come tanti altri ex-granata il suo scudetto l’ha vinto con addosso un’altra maglia. Proprio come Massimo Crippa, un altro che sul



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